GERANI E PELARGONI
Per tutti il Geranio è quella pianta dai fiori rossi (o rosa) con le foglie morbide con una fine peluria che adorna i balconi di tutte le città, luoghi di mare, campagna e montagna! In realtà il termine corretto è Pelargonio e presenta caratteristiche molto differenti rispetto ai veri gerani che crescono selvatici in tutta Europa. Scopriamo le differenze , le curiosità e naturalmente come coltivarli.
PELARGONI
Il Pelargonio appartiene alla famiglia delle Geraniaceae e la maggior parte delle specie di Pelargonium (230 in totale) sono originarie della Provincia del Capo in Sud Africa.
Interessante è l’etimologia del nome: pelargonium deriva dal greco pelargos, che significa cicogna in quanto il frutto che si origina dopo la fioritura sembra il becco di una cicogna.
I pelargoni sono in prevalenza specie perenni (succulente, suffrutici, arbusti) e dunque hanno forme e aspetti talvolta molto differenti. Le due specie più diffuse e che si trovano facilmente in vendita in tutti i vivai e garden center sono il Geranio zonale e il Geranio Edera
Geranio zonale: specie eretta con foglie tondeggianti e grandi infiorescenze che spesso supera i 25 cm di altezza e può arrivare fino a 80 cm. L’infiorescenza è la parte più ornamentale della pianta grazie ai diversi colori: rosa, rosso, bianco e varie sfumature intermedie) e anche alla forma del fiore (doppi, a forma di tulipano come nella varietà ‘Patricia Andrea’, a bocciolo di rosa come ‘Appleblossom Rosebaud’. Negli ultimi anni sono comparse sul mercato cultivar interessanti per il fogliame variegato verde-giallo, bianco-verde, rosso-giallo-verde che rendono la pianta ornamentale anche nei periodi in cui non è in fioritura.
Geranio edera: specie con steli lunghi e fragili con conseguente portamento strisciante o ricadente. E’ proprio questa la caratteristica più apprezzata dei gerani edera oltre alla forma e colore dei fiori (semplici, doppi o semi-doppi). In questo gruppo sono compresi anche i gerani parigini ‘Ville de Paris’ o ‘Roi de balcon’, caratterizzati da una fioritura ricca e prolungata con foglie e fiori più piccoli di colore rosso o rosa che creano cascate di colore e abbelliscono con grande effetto scenico. balconi e finestre
Il periodo di fioritura di tutti i pelargoni va da maggio fino alle prime gelate (novembre) ma a seconda delle diverse zone climatiche possono avere una fioritura continua per tutto l’anno con alcuni periodi di leggero rallentamento, nei mesi estivi più caldi e afosi o in quelli invernali molto freddi e umidi.
Vediamo i principali aspetti di coltivazione come pillole utili per avere pelargoni sempre fioriti e sani.
L’acquisto di solito avviene con piante in vaso già adulte e fiorite, ma spesso è consigliabile acquistare anche giovani piante (di cui però talvolta non si può essere certi del colore del fiore) in modo che la pianta prima di fiorire si adatti al luogo in cui verrà collocata e patirà molto meno lo spostamento dal vivaio a casa nostra.
Dopo l’acquisto è bene rinvasare la pianta in un vaso di poco più grande dell’originale; l’apparato radicale dei pelargoni non necessita di grandi spazi dunque sono sufficienti fioriere, basket sospesi e vasi con diametro 2-3 volte maggiore rispetto al vaso di origine.
L’esposizione dipende dalle specie e dalle varietà; i maggiori risultati si ottengono in pieno sole dove l’arbusto si può sviluppare in modo completo. Alcuni pelargoni però (tra cui sicuramente le piante con la foglia variegata e quelle con i fiori dai colori più scuri) preferiscono l’ombra parziale, molto luminosa, o la mezza giornata di sole.
Il tema terriccio è molto importante; esistono delle miscele specifiche per pelargoni che generalmente contengono una buona dose di torba e l’aggiunta di argilla o altri materiali che consentono alla pianta di avere un buon drenaggio ma anche una riserva d’acqua per i periodi più caldi. Certamente è consigliabile ogni anno a fine inverno sostituire il terriccio dell’anno precedente oppure provvedere regolarmente alla concimazione. Il concime è indispensabile, come per ogni pianta in vaso, per un corretto sviluppo e per una maggiore fioritura. Non bisogna eccedere con le dosi se no il rischio è un eccessivo sviluppo del fogliame a discapito della fioritura. L’ideale è una concimazione settimanale (da maggio fino ad agosto) nel caso di un concime liquido o una fertilizzazione organica, ad esempio con humus di lombrico, da effettuare a fine inverno e a metà estate. Meno adatti i concimi granulari a lento rilascio nel caso le piante siano coltivate in vasi relativamente piccoli.
I pelargoni non amano avere le radici troppo bagnate (sono infatti originari di zone relativamente siccitose), per questo è necessario che tra un’irrigazione e l’altra il terriccio abbia tempo di asciugarsi. Nel periodo estivo però possono essere necessarie anche 3 annaffiature settimanali ma di certo non tutti i giorni!
Durante la stagione vegetativa è importante eliminare con costanza le infiorescenze secche, recidendo il picciolo fiorale dal punto in cui ha origine; nel periodo autunnale è bene recidere parte della vegetazione (rami malati, contorti, ravvicinati) per preparare la pianta l’inverno; non occorre esagerare ma almeno ⅓ della vegetazione può essere eliminato. Infine verso fine inverno si darà alla pianta la forma voluta tenendo conto che maggiore sarà la potatura più ritardata sarà la fioritura. Non bisogna aver paura di usare le cesoie con i pelargoni!
Le malattie più frequenti sono la ruggine, un fungo che causa delle pustole dapprima arancioni e poi marroncine sulle foglie e la farfallina del geranio (Cacyreus marshalii) la cui larva scava gallerie nei fusti e sugli steli di fiori e foglie. Nel primo caso il fungo prospera con eccesso di umidità e irrigazioni e dunque occorre ridurre l’acqua ed eliminare la vegetazione troppo folta; nel secondo caso purtroppo occorre intervenire con prodotti chimici sistemici che penetrano nelle pianta e colpiscono le larve, certamente è possibile anche la lotta manuale, più che biologica, andando a eliminare le porzioni delle piante attaccate non appena si vedono i fori dove le farfalline depongono le uova o tutti i punti che anneriscono nel momento in cui le larve si stanno nutrendo.
Infine per chi vive in aree con inverni rigidi è importante ripararli in un luogo luminoso coprendoli con un velo da sposa (in tessuto non tessuto – TNT) o comunque non esporli alle correnti fredde e a possibili gelate.
GERANI
Passiamo ai veri gerani che appartengono al genere Geranium e crescono spontanei e selvatici in tutta Europa ma negli ultimi anni sono diventati di grande interesse come specie ornamentali perenni per balconi e giardini grazie alla grande varietà di fioriture, fogliami e al fatto che si adattano molto bene a condizioni di ombra, mezz’ombra alla base di alberi, arbusti o nei grandi vasi.
Per meglio comprendere queste piante scegliamo tre specie facili da coltivare e da trovare
- Geranio odoroso
Nome scientifico: Geranium macrorrhizum
Erbacea perenne con un portamento cespuglioso e forma globosa di 30-35 cm di altezza, un po’ di più in larghezza. E’ sempreverde e mantiene le foglie, di forma tondeggiante con margini irregolari, per tutto l’anno. La fioritura avviene su brevi steli che superano di qualche centimetro il fogliame, di colore rosa (varie tonalità ) oppure bianca, ha inizio nel mese di maggio e prosegue per circa un mese. Per il resto dell’anno mantiene un portamento globoso molto ordinato ma con una rapida crescita che consente la copertura di ampie zone di terreno oppure in grandi vasi. Volendo moltiplicare la pianta in autunno si possono prelevare i fusti più marginali appena toccano terra e poco prima che comincino ad emettere le radici. Geranio molto rustico, non patisce il freddo invernale.
L’esposizione consigliata è quella a mezz’ombra ma è una specie molto adattabile. In ombra completa questo geranio tende ad avere le foglie più grandi e gli steli più alti, in pieno sole il cespuglio tende a crescere più come un tappezzante rasoterra e in ogni caso fiorisce abbondantemente. Il terreno deve essere abbastanza drenante, tendenzialmente argilloso; patisce i ristagni idrici ma con le sue radici molto superficiali sopravvive anche in condizioni di terreno molto umido.
Coltivazione in balcone: la pianta può essere messa a dimora in qualsiasi momento dell’anno e avrà una rapida crescita e fioritura già dal primo anno. E’ poco esigente, non necessita di abbondanti irrigazioni e concimazioni e nel giro di pochi mesi ricopre interamente una fioriera di medie dimensioni.
E’ ideale in vasi misti con arbusti poco fogliosi alla base come le rose in modo da ricoprire la porzione di terra spoglia o con altre erbacee perenni cespugliose (preferibilmente altri gerani rustici). Si presta bene anche alla coltivazione in contenitori singoli, come ciotole, conche o vasi tondi dove esprime al meglio il suo portamento. Nelle fioriere o cassette è preferibile coltivarlo su uno dei due estremi così che possa avere 4 lati su cui crescere in modo uniforme.
Curiosità: Il nome specifico macrorrhizum ha origine dal dal greco “makròs” (grande) e “rhiza” (radice), si riferisce alle radici ingrossate della pianta che certamente noterete alzando leggermente le foglie e che vi saranno molto utili per riprodurre facilmente la pianta!
2. Geranio dei boschi
Nome scientifico: Geranium phaeum
Erbacea perenne con un portamento cespuglioso di 30-35 cm di altezza, è semi-sempreverde e mantiene le foglie quasi tutto l’anno. La fioritura, che può arrivare anche ai 50-60 cm, incomincia nel mese di maggio e prosegue per tutta la primavera; spesso riprende in estate e alcune volte prosegue in autunno. I fiori della specie botanica sono bordeaux chiaro, ma in commercio si trovano piante dal fiore bianco puro, bordeaux molto scuro e diverse tonalità di rosa. Interessante il fogliame macchiato di rosso scuro o talvolta variegato. E’ molto rustica e non patisce il freddo invernale.
L’esposizione consigliata è quella a mezz’ombra, talvolta anche ombra completa. Al sole può resistere ma solamente se protetto da arbusti folti che creano zone d’ombra. Il terreno deve essere abbastanza umido e non necessariamente fertile, tendenzialmente calcareo; patisce i ristagni idrici ma si adatta anche a terreni argillosi
La pianta può essere messa a dimora in autunno o all’inizio della primavera e avrà una buona crescita e fioritura già dal primo anno. E’ necessario bagnare solamente nei periodi asciutti e di siccità e generalmente le piogge primaverili e autunnali sono sufficienti per una rigogliosa crescita. A fine stagione, in inverno, per quanto possa mantenere le foglie è bene procedere con una pulitura del secco e lasciare solamente le foglie della rosetta centrale.
Curiosità: il Geranium phaeum dissemina facilmente e le giovani piante nel giro di un paio d’anni andranno a fioritura; naturalmente non è possibile raccogliere la pianta in natura, ma potete raccogliere i semi
3. Gerani selvatici italiani
Nome scientifico: Geranium robertianum e Geranium sanguineum
Originari dell’Europa e del Caucaso, si trovano al margine dei boschi e a ridosso di siepi e muri ombreggiati. Erbacee perenni con fusti fitti e pelosi, foglie palmate più o meno divise e fiori con lunghi peduncoli.
Talvolta esili ed eretti, altre volte cespugliosi con foglie a rosetta, si adattano all’ambiente in cui crescono coprendo le superfici a loro piacimento, addirittura tetti in pietra, muretti di mattoni oltre che ampie zone di prati e boschi. I cespugli possono raggiungere i 20-40cm di altezza e larghezza.
La fioritura avviene da maggio fino ad agosto-settembre, con fiori di colore rosa, magenta o porpora, portati singolarmente nel sanguineum, più piccoli e riuniti in infiorescenze nel robertianum.
Curiosità. Nel Medioevo l’Erba Roberta (G. robertianum) era importante pianta medicinale, grazie alle proprietà cicatrizzanti e curative di contusioni e slogature, e pianta cosmetica la cui polvere era consigliata per truccare/abbellire gli occhi .
La piantagione ideale è quella a partire dai semi in tardo inverno in zone di mezz’ombra luminosa con terriccio anche povero ma drenante. Molto resistenti al freddo e anche al caldo non necessitano di irrigazioni se non sporadicamente durante le estati calde e siccitose. A fine stagione , in tardo autunno è utile tagliare il cespo delle foglie completamente alla base
L’ideale è far arrivare questi gerani in maniera selvatica e naturale. Raccogliete i fiori sfioriti e capsule con semi quando li trovate e distribuiteli casualmente in giardino.